Altre Ecologie - Quando l'Arte protegge il Pianeta

La forma merce erotica come espressione fenomenica del godimento estetico

di Giancarlo Pagliasso.

La forma merce erotica come espressione fenomenica del godimento estetico

Il problema dell’arte si pone ormai come problema di confini e sconfinamenti. Il continuo venir meno di limiti oggettivi e oggettivanti fa emergere la convergenza onto-morfologica di forme artistiche e forme merce altrimenti non immediatamente dialogabili tra loro. Una tra tutte, la prossimità tra il prodotto di consumo e il prodotto artistico – erotico in particolare-, all’interno del quale si fa spazio la questione più spinosa di come guardare alla pornografia. La questione è in prima istanza filosofica: un groviglio difficilmente districabile di antropologia, morale ed estetica, per cui gli antichi confini tra arte e pornografia vengono travolti più dai codici che dai contenuti.

È interessante notare che quando un’opera viene considerata pornografica, questa perde le caratteristiche normalmente attribuite all’opera d’arte e a quel significato privilegiato che la rende immune dall’essere una rappresentazione dell’osceno, sulla scia di un radicato convincimento che l’arte si eleva al punto tale di non essere in alcun modo assoggettabile al senso di pudico: a differenza di quanto avviene per l’arte erotica, si è soliti privare la pornografia di finalità più direttamente artistiche, per quella definizione che la vede altrimenti finalizzata a voler suscitare il desiderio sessuale di chi la guarda. Ne discerne che la misura e l’intensità della rappresentazione pornografica (e il suo godimento) dipendono, prima ancora che dall’identità di ciò che è e dai contenuti, dal suo grado di palesamento, dalle modalità e dalla durata della sua ostensione.

Partendo dalle tesi di Scruton, Williams, Rea, Uidhir, di Simon Fokt, Giancarlo Pagliasso individua e argomenta il discrimine tra erotismo e pornografia, tentando di normare una contiguità valoriale estetica e artistica in ciò che si definisce diffusamente pornografico. Il superamento del confine implica di sicuro una scelta anche degli atteggiamenti, delle posture, delle espressioni degli oggetti sessuali che rendono la scena offerta, esibita, e rivendicata.

Un esempio interessante, ormai noto ai più, ci viene dato dall’artista americano Jeff Koons: al netto del sensazionalismo con cui si accompagnano i giudizi sulla sua vita artistica e personale, e alla sua indubbia inseribilità all’interno di una tradizione figurativa erotica, è riuscito a epurare la pornografia da quanto definibile “convenzionalmente pornografico”, fluidificando la superficie dei modelli erotici – pornografici – culturali acquisiti, fino al punto da modificarne i codici. La libido koonsiana appare composta, disciplinata, organizzata non con l’intento precipuo di eccitare, ma di evocare bellezza e vitalità, tanto da eludere qualsiasi sollecitazione sessuale: sono scene piuttosto rigorose, plausibili e quotidiane in cui la cornice eticamente accettata dell’unione coniugale supera quella “genitale”.

Koons espone un nesso indissolubile fra le grandi trasformazioni politiche ed economiche globali e l’energia vitale, la ribollente pulsione erotica che è stata considerata a lungo la fonte di ogni azione: il desiderio ma anche più l’efficienza sessuale concorrono all’aumento del capitale umano, assumendo perciò, il volto della nuova dialettica consumistica e capitalistica.
Paola Milicia

“La forma merce erotica come espressione fenomenica del godimento estetico” di Giancarlo Pagliasso (eBook)

Immagine in evidenza: Jeff Koons, llona on Top (Rosa Background), oil inks on canvas, 96 x 144 inches, 243.8 x 365.8 cm © Jeff Koons Edition of 1 plus AP 1990
Immagine della cover dell’eBook: Jeff Koons – Bourgeois Bust – Jeff and Ilona, marble, 44 1/2 x 28 x 21 inches, 113 x 71.1 x 53.3 cm, © Jeff Koons. Edition of 3 plus AP
1991

Link alle immagini citate nell’eBook:
Jeff Koons – Made in Heaven
Jeff Koons – Wolfman (1991)
Jeff Koons – Red Butt (Close – Up) (1991)
Jeff Koons – Red Butt (Distance) (1991)
Jeff Koons – Blow – Job Ice (1991)
Jeff Koons – Ponies (1991)
Jeff Koons – Silver Shoes (1990)
Jeff Koons – Exaltation (1991)
Jeff Koons: Made In Heaven, Paintings

Dello stesso Autore:
La connivenza apparente tra opere d’arte e prodotti di consumo al tempo del capitalismo estetico
Anche la banana può allucinare (Cattelan docet)
Il museo come opera d’arte. Verso la transitività strutturale delle forme merci estetiche relative
Atmosfere (nostalgiche) al Padiglione Italia nella Biennale del latte sognato